Aldilà dell'importanza di alcune questioni basilari, come la preparazione tecnica dell'Insegnante o la comodità di accesso, ci sono alcuni aspetti rilevanti da considerare nella scelta del luogo dove iniziare a praticare un corso di Yoga.
Partendo dal presupposto che lo Yoga è soprattutto una disciplina spirituale (oltrechè benefica per la salute), è necessario dare molta importanza al contesto fisico nel quale si svolge la pratica. Per esperienza personale, molti sanno e sentono che ciascun luogo, ciascun spazio, è dotato di una sua propria energia.
In maniera anche del tutto inconsapevole noi sentiamo questa energia.
Senz'altro ci sarà capitato di entrare in un locale e di "percepire" che magari si trattava di un ambiente "freddo", oppure di un ambiente dotato di una certa "negatività", oppure di un ambiente che dava una gradevole sensazione di "calore e accoglienza". In altre parole, è capitato di sentirci a nostro agio in alcuni luoghi, mentre in altri no.
È vero che la pratica dello Yoga dona un grande benessere ovunque venga svolta. L'importante è certamente l'impegno che ci mettiamo, ma allo stesso tempo
è importante se siamo supportati dal giusto contesto
. Fare Yoga in un magazzino puzzolente, oppure fare Yoga in una sala dedicata esclusivamente a tale pratica,
è differente
. E lo è proprio per una questione di energia dello spazio.
Le pareti, il soffitto, l'aria di una sala dedicata esclusivamente allo Yoga, può aiutarci notevolmente nello sviluppo del nostro percorso spirituale.
È come entrare in un luogo sacro
. Più o meno tutti quanti noi sappiamo cosa significa entrare in una chiesa o in un tempio. Indipendentemente dal nostro credo religioso, si percepisce la spiritualità di cui quel luogo è impregnato.
Ecco che allora diventa importante considerare anche altri elementi all'interno del luogo fisico di pratica. È importante una luce soffusa che non infastidisca mentre stiamo praticando, ad esempio, una profonda meditazione. È importante che sulle pareti ci siano delle immagini, dei quadri, dei simboli, che ci riportino alla sorgente di questa antica disciplina.
È molto ispirante praticare di fronte a un Mandala o ad uno Yantra
. E' anche utile che nella sala sia presente una lampada di sale, per i suoi ben conosciuti effetti. Per non parlare poi degli incensi, con la loro straordinaria capacità di agire attraverso il più antico e profondo dei sensi: l'olfatto.
Di conseguenza risulta abbastanza intuitivo che praticare Yoga in uno spazio che è utilizzato anche per altre attività, come ad esempio la danza, le arti marziali, ecc., non è propriamente l'ideale. Mi ripeto, non è solo una questione di puzza di sudore, di rumori o di musica caraibica nella sala accanto;
è una questione di energia sottile dell'ambiente.
Oltre il contesto fisico, c'è da considerare anche il modo in cui è organizzata la pratica yogica. Dobbiamo ricordare che lo Yoga è un percorso che presuppone l'impiego di un certo lasso di tempo, a volte anche molto lungo, per goderne dei benefici. Di conseguenza, la disponibilità di diversi orari di lezione durante la settimana,
è un fattore rilevante
. Ciò infatti consente di sfruttare quegli spazi di tempo che si creano inaspettatamente nella nostra quotidianità, per praticare al di fuori degli orari che avevamo preventivato di utilizzare e che invece, per qualunque impedimento, ci sono preclusi. Ecco che, quei corsi nei quali abbiamo a disposizione pochissimi orari di lezione a settimana, possono prima o poi crearci delle difficoltà. Delle interruzioni forzaté nel procedere del nostro percorso, che non fanno assolutamente bene.
Aggiungiamo poi il fatto che, anche il modo in cui è strutturata la pratica, incide notevolmente sul risultato. Lo Yoga è una disciplina molto vasta, che contiene migliaia di tecniche. Pertanto non è una buona idea praticare delle tecniche a caso, su ispirazione della giornata;
è necessario che ci sia un programma di lavoro ben strutturato nel tempo, che vada a toccare tutti gli aspetti che ci riguardano
. È importante che il programma lavori in maniera sistematica sul nostro corpo fisico, sulla nostra parte mentale, sulla nostra parte emotiva. Siamo un meccanismo assai complesso e interrelato, che va trattato nella sua completezza con metodicità.
Infine, diventa fondamentale la possibilità di relazionarsi direttamente e confidenzialmente con il proprio Insegnante; anche e soprattutto al di fuori dell'orario di lezione. Perchè lo Yoga non si esaurisce nella sala di pratica, esce fuori nel mondo,
vive nella quotidianità
. Lì dove un sostegno (l'Insegnante), è un grande aiuto e una grande benedizione.
Onkar Singh Roberto